Se Baz Luhrmann, in “Romeo + Giulietta di William Shakespeare” (1996) e in “Moulin Rouge” (2001), ci aveva abituati a scene sfarzose e al gusto per l’eccesso, in “.Il grande Gatsby” (2013), trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald, non è da meno.
Ne sono testimonianza alcune scene, come ad esempio quella del ballo a casa di Gatsby (Leonardo DiCaprio), animato da danze travolgenti in stile videoclip, su musiche martellanti che fondono jazz e moderno.
Ma il lusso e la ricchezza non sono l’unica cifra stilistica della pellicola che, al contrario, tratta temi come la solitudine e lo scorrere inesorabile del tempo.
Emblematica, a questo proposito, è la scena del primo bacio tra il protagonista e Daisy (Carey Mulligan), durante la quale Gatsby si sofferma a riflettere sull’inutilità del tempo trascorso prima di incontrare la sua amata e sul suo percorso di vita, compiuto unicamente per arrivare a lei.
Una scena straziante è invece quella della morte di Myrtle (Isla Fisher) che, scappata in strada dopo un litigio con il marito, viene investita dall’auto su cui viaggiano Gatsby e Daisy, i quali proseguiranno la loro corsa senza fermarsi.
E proprio questo episodio è il preludio del gran finale: il marito di Myrtle, assetato di vendetta, si reca da Gatsby e lo uccide, suicidandosi a sua volta.
Il toccante monologo finale di Nick (Tobey Maguire), che si aggira per la casa deserta di Gatsby ripercorrendone le vicende tragiche, è forse la scena migliore del film.
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