Avete mai creduto che il cromatismo della scena di un film possa essere la chiave di lettura della storia stessa? Una Londra avvolta dall’oscurità della notte è sicuramente lo strumento migliore attraverso cui interpretare Houdini & Doyle”. Ambientata durante i primi anni del ‘900 e basata sull’amicizia fra gli indimenticabili Harry Houdini e Arthur Conan Doyle, la serie si svolge fra gli ambienti di una datata Londra che accoglie delitti e misteriose scomparse. Durante il corso degli episodi, i luoghi seguono una dinamica sintattica abbastanza costante. Intervallata da momenti di spettacolarità “Houdiniana”, ambientata appunto sul palcoscenico sul quale il famoso illusionista si esibisce, la storia sembra quasi girata all’interno di una circolare griglia di posti che cambiano e tornano a ripetersi. Gli interni delle case sono sempre gli stessi: un camino acceso, un grammofono e carta da parati a motivo floreale; le strade sono buie e una carrozza va chissà dove, i cimiteri si mescolano al convento da brivido del primo episodio e all’albergo silenzioso del sesto. Intercorre spesso l’austero ospedale nel quale è in cura la moglie di Doyle, affetta da tubercolosi, e poi ancora squallidi pub, sale da ballo, umidi e stretti passaggi segreti, il tutto avvolto da una luce quasi mancante che diventa l’elemento fondamentale che fa calare lo spettatore completamente all’interno della storia, facendogliela apprezzare e collocare nel giusto immaginario interpretativo. Dopo tutta questa oscurità prossima e narrativa, la domanda che ci facciamo è: a quando il prossimo episodio? Houdini e Doyle stanno tornando da Nethermoor e un nuovo pericolo è all’orizzonte. La storia riprende da Londra.
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