La trama del film “Non è un paese per vecchi” dei fratelli Coen, datato 2007, è stata a lungo oggetto di ricerca per una spiegazione che ne fugasse l’incomprensibilità. Qual è il ruolo dei suoi personaggi e cosa ci vogliono comunicare? Quanta filosofia e quanto realismo c’è in una trama facile ma inquietante nei suoi svolgimenti? È necessario, allora, partire da quei personaggi e trovare in loro una probabile spiegazione: Anton Chigurh è un killer psicopatico e imprevedibile, ostinato nel recuperare un tesoro furtivamente sottratto da un texano, Llewelyn Moss, fino a che interviene anche lo sceriffo, Ed Tom Bell, che inseguirà entrambi per evitare tragedie.
Tutti e tre i personaggi esprimono la perdita o addirittura l’assenza di valori, quelli legati alla vita e al rispetto del prossimo, ognuno mira ad un suo ed unico obiettivo addossando al “caso” la colpa della propria infelicità. Il “caso”, infatti, viene chiamato in causa nel lancio della monetina “testa o croce” con cui lo spietato killer condanna le sue vittime alla vita o alla morte… Una filosofia di vita che, per quanto assurda, costringe i “buoni” – nella figura dello sceriffo Bell – a rinunciare ad una società sana, basata sui valori della famiglia e del buon convivere, sul bene che trionfa sul male e sull’altruismo, principio fondamentale per vivere in un mondo giusto. Lo sceriffo si arrende davanti all’uccisione di Llewelyn Moss da parte di Anton Chigurh: questo mondo malvagio ed egoista non è più roba per lui, come dire che “non è un paese per vecchi”…
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