“Il diavolo veste Prada” (2006) ha offerto alla fashion industry il palcoscenico del grande schermo senza necessariamente celebrarla, ma piuttosto dipingendola con un certo cinico realismo. Si può dire che dalla pellicola di Frankel in poi sia uscito un vero e proprio filone narrativo cinematografico che ha portato a numerose produzioni sulla vita di stilisti e fashion designer. L’originalità del soggetto adattato per il cinema è stato probabilmente l’elemento che più ha contribuito al successo di pubblico ottenuto dal film fin dalle prime uscite nelle sale. Malgrado l’elemento di novità della trama e i dialoghi ben scritti, la sceneggiatura e il soggetto non hanno ottenuto importanti riconoscimenti dalla critica; lo stesso vale per l’attrice protagonista Anne Hathaway, apprezzatissima dal pubblico ma snobbata dalle giurie dei premi più importanti.
Chi ovviamente non ha avuto problemi a ottenere riconoscimenti bilaterali (pubblico e critica) è stata Meryl Streep, premiata con l’Oscar come miglior attrice protagonista e il Golden Globe come miglior attrice di un film comico o musicale nel 2007. La nomination come miglior attrice non protagonista ai Golden Globe e al premio BAFTA è invece toccata alla brava Emily Blunt.
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