La trama e i personaggi di “Convitto Falcone”: pedagogia della legalità attraverso il cinema Pasquale Scimeca è un regista impegnato già nel 2000 con “Placido Rizzotto” a realizzare film sulla terra siciliana e sulla legalità. In particolare, con “Convitto Falcone”, presentato come film tra gli eventi speciali della 69 mostra di Venezia, inquadra il fenomeno della mafia andando ben oltre l’aspetto della pura cronaca o della rievocazione. Infatti, il cortometraggio prodotto nel 2012 vuole essere uno strumento cinematografico fortemente educativo alla legalità per le generazioni successive al 1992 quando si verificarono ifatti della strage di Falcone e Borsellino. Il film è realizzato in occasione del 20° anniversario delle stragi ed è tratto dal testo“La mia partita” di Giuseppe Cadili. Le musiche sono di Franco Battiato. La trama è suddivisa in due sezioni narrative. Nella prima, si trova il personaggio di Antonio, giornalista che ricorda la sua infanzia quando,undicenne,vince una borsa di studio e lascia il paese per andare a studiare al Convitto Falcone, la scuola elementare dove appunto studiò il magistrato. Soffrendo molto per la distanza da casa, il bambino diventa incostante e demotivato, nonostante il professor Carella tenti di coinvolgerlo nell’attività del giornalino per l’anniversario della strage di Capaci. Il professore è insegnante di lettere e matematica ma soprattutto tiene molto a inculcare valori dell’onestà e della legalità. In occasione del torneo di calcio organizzato dalla scuola, Antonio avrà modo di mettersi in gioco in tutti i sensi. Arriva a truccare la partita finale e a ricattare il compagno Salvatore. Tuttavia, il rimorso lo accompagna quasi subito, dato che studia proprio nella scuola di un simbolo della legalità e dell’onestà, e dovrà mettersi a confronto anche con gli insegnamenti fino ad allora ricevuti dal bravo professor Carella. Nella seconda parte è proprio il professore a prendere in mano la situazione e a utilizzare le immagini della strage e dei funerali per spiegare ad Antonio che la correttezza è fondamentale tanto che degli uomini hanno perso la vita per essere fedeli ai loro principi. La scorrettezza durante la partita servirà da spunto per mostrare come sia molto sottile il confine tra giusto e ingiusto, e sia doveroso non tralasciare nè le piccole nè le grandi cose. Nel cast ci sono anche Donatella Finocchiaro nei panni della madre di Antonio, Enrico Lo Verso in quelli del padre; David Coco è il rettore del convitto, Marcello Mazzarella è il professor Carella, Pietro d’Agostino interpreta Antonio, Vincenzo Albanese il caporedattore. Il film ha devoluto gli incassi per sostenere una fondazione per il recupero di ragazzi di strada.
Riproduzione riservata ©2024 - PCTV