Nato in Gran Bretagna tra gli anni Cinquanta e Sessanta, il Free cinema inglese si inserisce nel contesto internazionale di innovazione del cinema e contesta radicalmente i canoni del cinema classico. La peculiarità del Free cinema inglese è che può essere considerato un movimento, oltre che artistico, anche sociale e politico, dichiaratamente progressista e di sinistra. Il leader del movimento fu il regista inglese Lindsay Anderson, ma contribuirono a fondarlo anche il ceco Karel Reisz e l’italiana Lorenza Mazzetti.
Il free cinema inglese non aveva come scopo il perseguimento della perfezione, fosse anche solo stilistica. Sosteneva, al contrario, che un determinato stile riflettesse un atteggiamento e viceversa, e che ognuno dovesse trovare il proprio e applicarlo all’arte cinematografica. Uno dei pilastri fondanti del manifesto del Free cinema inglese era, infatti, l’importanza dell’individuo e della sua specificità. Tuttavia, un film non doveva essere troppo personale e le sue dimensioni, così come la sua durata, non erano rilevanti. Gli altri due valori fondanti ed essenziali del movimento erano il credere nella libertà, come suggerisce il nome stesso, e nella rilevanza del vivere quotidiano.
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