David Griffith, grande cinematografo degli anni Venti, fu pioniere del cinema narrativo, che intendeva il film non più come insieme di immagini, bensì come strumento per raccontare una storia.
Al cinema narrativo si accompagnò il montaggio narrativo. Alla base di esso vi è la scomposizione della scena in diverse inquadrature. Il tipo di montaggio -e i conseguenti effetti- dipende dai collegamenti tra le varie inquadrature. Griffith distinse tra tre tipi di montaggio.
Il montaggio classico, o analitico, è il più frequente e si basa su tre tipi di raccordo (collegamento fra inquadrature). Il raccordo di direzione si ha quando uno stesso personaggio si muove in luoghi diversi. La telecamera è fissa, dunque non segue il personaggio, e l’effetto è dato dal montaggio delle varie inquadrature girate da luoghi differenti. Il raccordo sull’asse si ha quando bisogna montare due inquadrature con lo stesso asse ma con una lontananza diversa. Il raccordo di sguardo, infine, si ha quando in un’inquadratura viene mostrato un personaggio che guarda qualcosa e l’inquadratura successiva è sull’oggetto guardato.
Il secondo tipo di montaggio è il montaggio alternato, con il quale si segue la storia da due punti di vista differenti, continuamente alternati.
Il montaggio parallelo, infine, si ha quando si seguono due storie tra loro indipendenti, collegate magari solo da un elemento comune.
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