Il film di successo ed autobiografico del 2009 Il tempo che ci rimane è il quarto lungometraggio a firma di Elia Suleiman, un regista palestinese del 1960, originario di Nazareth.
Elia racconta e si porta dietro le emozioni che vive e vede nella sua terra d'origine. Questo suo modo di essere ha sempre fatto parte di lui, anche quando si è trasferito a New York per studiare l’arte cinematografica, dal 1982 al 1993, e lo ha trasposto all’interno dei suoi lavori, prima documentari poi produzioni cinematografiche, che gli sono valsi l’attenzione ed il plauso dei colleghi.
Spesso e volentieri, oltre alla regia, si è cimentato anche nella sceneggiatura delle sue opere ed il più delle volte ha anche recitato in esse. Per il suo modo di recitare un po' surreale è anche stato paragonato alla maschera tragicomica di Buster Keaton.
Nella sua breve, ma preziosa filmografia, dopo Cronaca di una sparizione del1996, è con Intervento divino del 2002 che diventa celebre, vincendo il Premio della giuria a Cannes. Il film vanta anche il primato di essere il primo lungometraggio a firma palestinese a partecipare ad un concorso internazionale.
Successivamente Elia ha anche diretto A ciascuno il suo cinema nel2007, il già citato Il tempo che ci rimane nel 2009 e 7 giorni all’Havana nel 2012.
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