Jacques Rivette è stato sicuramente una delle figure di riferimento del cinema francese degli ultimi decenni. Nato l'1 marzo 1928, fin da giovane era chiaro che avrebbe lavorato nel cinema. A 17 anni già dirige un cineclub nella sua città natale, Rouen. Nel 1949 si trasferisce a Parigi, dove si forma e soprattutto frequenta studi cinematografici dove conoscerà molte personalità nell'ambiente. Inizialmente non fa del cinema, ma ne scrive: diventa infatti critico cinematografico sulla Gazette du Cinèma e dal 1953 scrive per Cahiers du cinèma (di cui diventerà caporedattore 10 anni dopo). Ma il giovane presto capisce che vuole fare cinema, non solo scriverne. La sua gavetta lo fa passare prima per il ruolo di montatore e poi a quello di aiuto regista, con qualche lavoro come attore. Nel 1965 l'esordio alla regia arriva con “Le coup du berger”. Da qui non cambia più la sua carriera e si dedica sempre alla regia, regalandoci grandi titoli come “Parigi ci appartiene”, “Cèline e Julie vanno in barca”, “L'amore in pezzi”, “Giovanna d'Arco” 1 e 2, “Storia di Marie e Julien”, e molti altri. La sua importanza nel cinema è indiscussa, e viene celebrata nel 1991 con il premio “Pardo d'onore” al Festival internazionale del film di Locarno, premio che viene assegnato solo alle personalità più significative del cinema.
Il suo ultimo lavoro, “Questione di punti di vista”, viene presentato alla 66esima edizione del Festival del cinema di Venezia, ricevendo una buona risposta sia dal pubblico che dalla critica.
Muore il 29 gennaio 2016, lasciando un grande vuoto nel mondo del cinema che rimpiangerà sempre la sua nouvelle vague, stile di cui era tra gli ultimi e più autorevoli esponenti.
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