Un giovanissimo Robin Williams, con quel sorriso inconfondibile e travolgente, è Peter Pan. Molti si immaginano questo personaggio come un eterno bambino, ma in questo film lo troviamo adulto e decisamente arrugginito nelle sue abilità. Infatti non solo non ricorda di essere stato Peter Pan – infatti è un affermato avvocato a San Francisco – ma non sa nemmeno volare: tutto il film è incentrato sulla necessità di ricordare; infatti quando torna nell’Isola che non c’è, sequestrato dalla fata Campanellino (Julia Roberts), incontra immediatamente Capitan Uncino (Dustin Hoffman) che non lo riconosce nei suoi panni di adulto.
Grazie all’incontro con i bambini sperduti e al ritrovato rapporto con Campanellino, che è da sempre innamorata di lui, Peter riuscirà a capire come mai avesse deciso di tornare con Wendy sulla terra: per diventare un papà. Proprio il desiderio di paternità è il suo pensiero felice che gli permetterà di ricominciare a volare – da ricordare la scena in cui comincia a volare stringendo l’orsacchiotto di quando era un bambino.
Un’interpretazione eccezionale per questo protagonista che dà il meglio di sé, mostrando il proprio lato bambino – componente fondamentale in un film come questo.
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