Durante l’epoca del muto, negli anni Venti del secolo scorso, si sviluppa in Francia, contestualmente al resto dell’Europa, un cinema d’avanguardia. Questo nuovo cinema fu strettamente legato alle correnti artistiche, tanto che spesso alla produzione di pellicole sperimentali si dedicarono proprio fotografi, scultori e pittori.
All’interno di queste correnti di avanguardia si inserisce, nello stesso periodo, quella del cinema impressionista francese. Ispirandosi alla pittura impressionista, con la quale intratteneva un rapporto privilegiato, questa corrente cinematografica si fonda principalmente su una riflessione sul paesaggio, il quale viene rappresentato seguendo una visione poetica dello stesso.
A inaugurare il movimento fu, ancor prima dell’inizio degli anni Venti, il regista, montatore, sceneggiatore e produttore cinematografico Abel Gance, con la sua pellicola impressionista “La decima sinfonia” (1918). Questo dramma sociale racconta di Enric Damor (Séverin-Mars), un compositore che nella sua musica racchiude, in maniera trascendente, lo spirito sinfonico di Beethoven.
Altro manifesto dell’impressionismo cinematografico francese fu “La sorridente Madame Beudet”, una della prime opere femministe del cinema, girata dalla regista Germaine Dulac. Ricordiamo anche l’esperimento “La conchiglia e l’ecclesiastico” (1928) di Antonin Artaud.
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