Da quando sono stati inventati non hanno mai smesso di fare parte della nostra vita reale e ancora di più di quella cinematografica. L’ambientazione scenografica dei treni nei film, infatti, è molto utilizzata da alcuni registi, o quantomeno si può dire che, almeno un regista su tre, abbia utilizzato la scena di uno treno una volta nei suoi film. C'è addirittura chi, come il regista BongJoon-ho, ha girato un intero film sul treno. Il suo ultimo capolavoro è intitolato Snowpiercer, tratto dalla serie a fumetti francese “Le Trasperceneige”. La storia di fantascienza post apocalittica racconta di un umanità costretta a vivere su un treno che viaggia 360 giorni all’anno, senza mai potersi fermare. Una vita fatta di sezioni, ordine, e di controllo sulle vite umane, scenario che, in forma meno esaltata non rimane poi così distante dalla comune realtà. Odiato da molti pendolari nella quotidianità, è stato protagonista di molte scene commoventi al cinema. Nel caso di La Vita è bella di Roberto Benigni, lo rivediamo quando padre e figlio vengono deportati nei campi di concentramento nazisti. Ma anche in film come The Polar Express scritto da Van allsburg e diretto da Robert Zeweckis, che racconta la storia del desiderio di un bambino di viaggiare alla vigilia di Natale su un treno diretto al Polo Nord per vedere se Babbo Natale esiste davvero. Nel caso della commedia drammatica diretta da Wes Anderson, il Treno per il Darjeliing, ritroviamo il nostro protagonista nella storia di tre fratelli in viaggio spirituale per ritrovare se stessi e la loro unione. In ogni caso l’immagine che da sempre abbiamo affidato al treno è quella di cambiamento, dello scorrere del tempo come se ogni vagone potesse portare con se un’emozione diversa. Un significato profondo per questa macchina di metallo, che cela il misterioso bisogno e desiderio dell’uomo apparentemente soddisfatto dal treno, di spostarsi da una parte all’altra anche se la metà a volte non è poi così importante.
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