“Due giorni e una notte”, la nuova pellicola dei fratelli Dardenne, è la storia di Sandra, impiegata che per conservare il posto di lavoro, è costretta a sperare che i colleghi rinuncino al bonus natalizio, in nome di una solidarietà che sembra un’utopia, con la crisi economica attuale.
Sandra è Marion Cotillard (la vie en Rose) e accanto a lei, nei panni del marito Manu, Fabrizio Rongione.
Manu ama profondamente la moglie, la accompagna fuori da una crisi depressiva, ricordandole costantemente che lui c’è e incitandola a provare a convincere i colleghi a rinunciare a qualcosa per lei.
“Manu è un po’ come un sindacalista, è il coach personale di Sandra, quello che riesce a convincerla della possibilità, anche se lontana di riuscire nell’impresa” : è questa la delineazione che ne fa uno dei registi nello sviscerare i personaggi del film.
Sandra trae la forza proprio dal suo rapporto con il marito, che la ama profondamente, lotta contro la depressione di lei e l’aiuta a dominare la paura.
Già dalle prime battute del film è evidente che Manu crede nella moglie più di quanto lei creda in se stessa.
Come in altre produzioni dei Dardenne, il personaggio minimalista diventa cruciale per la storia: “Due giorni e una notte” è anche la storia di Manu, marito, padre di due bambini, impiegato in una piccola impresa che produce pannelli solari; un personaggio pieno di grinta, coraggio, voglia di vivere e di entusiasmo, necessari a sostenere Sandra. Personaggio fragile e insicuro.
Ottima prova di Rongione, che con i Dardenne aveva già lavorato.
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