Rivedere dopo 23 anni “Il grande cocomero” commedia della regista Francesca Archibugi è rituffarsi in atmosfere cinematografiche dove prevalevano idee e interpretazioni. Arturo (Sergio Castellitto) è un neuropsichiatra infantile di un ospedale pubblico dove accoglie casi limite che nessuno vuole. Un giorno incontra Pippi (Alessia Fugardi) una ragazza decenne epilettica con cui stringe un rapporto simbiotico fatto di affetto oltre che di cure. In realtà Arturo ha un vissuto sentimentale difficile con la ex Annapaola a cui ha indotto un aborto. Pippi fugge dai due genitori borghesi, ricchi ed infelici, rifugiandosi nel reparto ospedaliero. Le convulsioni l’aiutano ad avere una via di fuga da un reale che non riesce a risolvere perché come dice la madre Cinthia (Anna Galliena) “ho sbagliato tutto nella vita e quando le cose non vanno i figli non ti vengono bene”. Titti conosce Marinella, una bambina cerebrolesa, a cui applica incredibilmente il metodo Arturo. Il film dimostra che si può avere un altro approccio alle devianze infantili costruendo una terapia che tenga insieme scienza, sperimentazione ed umanità.
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