Alla fine degli anni Sessanta, Stanley Kubrick avrebbe dovuto dirigere un film su Napoleone con Jack Nicholson nel ruolo di Bonaparte. Il progetto non si concretizzò, nonostante la sceneggiatura già scritta, perché MGM non voleva spendere i 40 milioni di dollari previsti dal budget e preferiva evitare un doppione del Waterloo di Sergej Bondarčuk, uscito nel 1970. Quel biopic mai realizzato diventerà realtà grazie a Steven Spielberg.
Napoleon da Stanley Kubrick a Steven Spielberg
Come già accaduto con A.I. - Intelligenza Artificiale, Spielberg produrrà una miniserie su Napoleone per HBO, scritta proprio a partire dal copione di Kubrick e a cui sta già lavorando con la vedova del regista, Christiane Harlan. L'annuncio è arrivato nel corso della Berlinale 2023, durante l'incontro che anticipa la consegna dell'Orso d'oro alla carriera al regista di Cincinnati.
Le indiscrezioni sul Napoleon sono iniziate a circolare già nel 2016, quando si vociferava sul possibile coinvolgimento come regista di uno tra Baz Luhrmann e Cary Fukunaga. Kubrick era affascinato dal lato "autodistruttivo" di Bonaparte e riteneva che nessun film avesse restituito a pieno la personalità del mitico imperatore francese, nemmeno il capolavoro del 1927 di Abel Gance che anzi considerava "davvero terribile".
Curiosamente, l'annuncio della miniserie di Spielberg arriva a pochi mesi dall'uscita di Napoleon di Ridley Scott, che dovrebbe approdare in streaming su Apple TV+ entro la fine del 2023. Il dramma storico del regista inglese, sceneggiato da David Scarpa, si concentrerà in particolare sul'ascesa al potere di Bonaparte (interpretato da Joaquin Phoenix) e sulla sua relazione tossica con la moglie Joséphine (Vanessa Kirby).
Steven Spielberg: serie tv su Napoleone in arrivo
Durante l'incontro a Berlino, Spielberg ha aggiunto che l'aspetto più importante al quale guarda quando sceglie un progetto è "trovare prima una storia interessante, in grado di catturare l'attenzione del pubblico, poi scriverla e poi pensare al come portarla sullo schermo".
L'attenzione è stata rivolta soprattutto a The Fabelmans, la sua autobiografia candidata a sette Premi Oscar. Parlando del finale con il suo Sammy giovane che incontra il John Ford di David Lynch, Spielberg ha rivelato che "la differenza tra me e lui è che io non direi mai a un ragazzo di uscire dal mio ufficio".
Era una forza della natura, vent'anni dopo averlo conosciuto mi sono reso conto che le sue parole per me erano state un dono meraviglioso.
Rispetto all'adolescenza trascorsa tra l'Arizona e la California, il regista non si sente cambiato "in nulla, se non per la nascita dei miei figli: ogni volta che leggo un libro o una sceneggiatura, o mi viene in mente un'idea originale da cui trarre un film, provo la stessa identica eccitazione di quando ero ragazzino".
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