Sembra che il network Showtime non abbia rinunciato al progetto di riportare in video una delle serie più famose della sua storia: The L Word. Da tempo è stato aggiornato lo sviluppo di una serie sequel, e nelle scorse ore il presidente della programmazione del canale Gary Levine ha rilasciato qualche aggiornamento riguardo la lavorazione del reboot/revival della serie televisiva creata da Ilene Chaiken nel 2004.
The L Word 7 si farà?
Al press tour del Television Critics Association, Gary Levine ha infatti dichiarato: "Ci sono molti revival sugli schermi. Stiamo lavorando duramente per non ripeterci. Se finissimo per avere uno show che ha qualcosa di nuovo da dire saremmo entusiasti di procedere oltre". Insomma, sembra che al momento il progetto si sia arenato ma in molti sperano di poter nuovamente vedere in video le avventure delle protagoniste, lesbiche e non, che hanno popolato la serie nelle sue sei stagioni di vita per un totale di 70 episodi.
Prodotto controcorrente di metà anni 2000, The L Word mostrava appunto senza alcuna vergogna la vita e le relazioni dei suoi protagonisti raccontando in maniera chiara e senza ambiguità l'omosessualità femminile, proponendo anche argomenti delicati quali il coming-out, l'affermazione familiare, le coppie di fatto e l'inseminazione artificiale. L'idea di un revival era nata proprio per riproporre queste storie e ambientarle nell'attuale contesto sociale, per capire come la reazione del mondo si cambiata in merito a queste vicende.
The L Word: il cast della serie
Nel cast dello show originale c'era Bette (Jennifer Beals), donna forte ma sentimentalmente debole fidanzata con la fedele Tina (Laurel Holloman). Tra le altre protagoniste c'è la sciupafemmine Shane (Katherine) e la giornalista bisessuale Alice (Leisha Hailey). C'è anche chi ha scoperto da poco la sua omosessualità come Jenny (Mia Kirshner), e chi invece ha paura di fare coming out come Dana (Erin Daniels). La serie ha vinto nel 2006 i GLAAD Media Awards, premi annuali assegnati dalla Gay & Lesbian Alliance Against Defamation alle opere meritevoli di aver contribuito al raccontare in maniera più veritiera e accurata la comunità LGBT.
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