Nella stagione autunnale di Raiuno è stato programmato come una punta di diamante lo sceneggiato “La mafia uccide solo d’estate”, adattamento televisivo dell’omonimo film di Pif, in arte Pierfrancesco Diliberto, che con quella pellicola, suo esordio alla regia, realizzò ottimi incassi ai botteghini e vinse due David di Donatello e un European Film Award. La fiction che prende il via il 21 novembre sulla prima rete della televisione di Stato attrarrà dunque davanti agli schermi tv il grande pubblico che aveva decretato il successo del film al cinema. In realtà si tratta non di un mero remake, ma di lavori che presentano differenze tra loro. Il primo aspetto che spiazzerà chi ha visto il film è che, seppure la storia del serial ricalca quella dell’originale (una famiglia comune che intreccia la propria quotidianità con i drammatici fatti della lotta contro Cosa Nostra nella Palermo degli anni Settanta), il cast è completamente diverso. Con qualche “stranezza”, come la presenza in entrambi i casi dell’attore Claudio Gioè, che nella versione tv ha un ruolo più centrale, quello del papà del piccolo protagonista, mentre nel film era un giornalista impegnato. Inoltre, non può non destare curiosità la partecipazione di Nino Frassica nei panni di padre Giacinto, un prete colluso con la mafia: si tratta del primo ruolo da “cattivo” per il caratterista messinese. Altro aspetto di novità della fiction è il cammeo che il suo autore Pif si riserva: solo voce narrante degli eventi e non anche interprete come nel film. Il debutto dello sceneggiato, che così come il film, ha avuto il placet del magistrato Piero Grasso, è una soddisfazione speciale per l’ex Iena. Pif ha infatti raccontato che la sua idea iniziale era stata proprio quella di realizzare una serie televisiva, con l’obiettivo di raggiungere, seduti davanti alla tv di casa, anche i boss mafiosi che in questa storia vengono descritti in modo grottesco e parodistico.
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